“Se il pesce viene preso all' amo nella parte ossuta della bocca, sono convinto che l'amo non gli faccia più male di quanto la bardatura fa male al pescatore. Un grosso pesce, una volta agganciato, spesso l'amo non lo sente neanche e continua a nuotare impassibile verso la barca per prendere un’altra esca.
Certe altre volte si immerge nelle profondità, del tutto indifferente all' amo, ed è quando si sente preso e sente la pressione esercitata per tirarlo su che si accorge che c'è qualcosa che non va e incomincia a battersi. Se non viene agganciato dove fa male, non si batte contro il dolore procuratogli dall' amo, ma contro il pericolo della cattura, e se, una volta che sparisce dalla tua visuale, tu riesci a intuire che cosa sta facendo e in quale direzione tira e perché, puoi convincerlo e trascinarlo alla barca con lo stesso sistema con il quale domi un cavallo selvatico. Per caricarlo a bordo non è necessario ucciderlo, e neanche spossarlo completamente.
Per ammazzare un pesce che si batte in profondità, tiri nella direzione opposta a quella che vorrebbe seguire lui, finché non si stanca e muore. Ci vogliono ore, e quando il pesce muore c'è il rischio che gli squali gli piombino addosso prima che il pescatore riesca a sollevarlo a fior d'acqua.
Per prenderlo, devi calcolare rapidamente, cercando di tenerlo perfettamente agganciato, in quale direzione cerca di muoversi (un pesce in immersione procede nella direzione dell'inclinazione della lenza sull'acqua una volta che hai esercitato sulla frizione una pressione sufficiente a determinare la rottura della lenza nel caso che la stringessi ancora un po') , dopodiché lo precedi in quella direzione e potrai così trascinarlo alla barca senza ucciderlo.
Non devi rimorchiarlo o tirarlo con la barca; il motore ti serve solo per cambiare posizione, nella stessa maniera in cui se andassi a pesca di salmoni cammineresti su e giù per un ruscello.
È più facile prendere un pesce da una piccola imbarcazione, per esempio un dory, perché lì il pescatore può stringere al massimo la frizione e lasciare tranquillamente che il pesce trascini il battello. E a forza di rimorchiarlo, finirà per morire. Ma c'è molta più soddisfazione a soggiogarlo, a convincerlo e a portarlo il più rapidamente possibile a bordo completamente intatto tranne che nello spirito.»
Tratto da:
Sulle acque azzurre: lettera dalla Corrente del Golfo
Titolo originale: On the Blue Water: A Gulf Stream Letter
di Ernest Hemingway
pubblicato su «Esquìre» nell'aprile 1936
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